Il presidente Perugino: “Piccola impresa, merito di tutti”

20 marzo, la giornata internazionale della felicità. Istituita dall’Onu nel 2012 – proprio l’anno in cui Serafino Perugino diede vita al suo progetto –, ‘scelta’ dal Napoli per festeggiare la vittoria del campionato. Sabato, infatti, il capolavoro partenopeo ha trovato la sua definitiva realizzazione: il settebello al Melilli, unito al k.o. del Polistena, ha spalancato le porte del paradiso ai ragazzi di Basile. La diciottesima gemma stagionale è valsa il firmamento del calcio a 5.

Piccola Impresa Un trionfo annunciato ma non scontato. Vincere non è mai semplice: “Il roster allestito godeva dei favori del pronostico, ma l’unico giudice poi è sempre il campo”, le prime parole di Serafino Perugino. Il verdetto finale parla chiaro: “Abbiamo fatto una piccola impresa, vincere diciotto partite su diciotto è qualcosa di grandioso – prosegue il presidente -. Ci siamo riusciti senza una pedina fondamentale come Grasso, k.o. per infortunio dopo poche settimane, e con Turmena out due mesi proprio nella parte cruciale della stagione”. Ragioni che rendono ancora più straordinaria la cavalcata in campionato: “Abbiamo vinto di squadra, con la giusta mentalità, attraverso il lavoro. Non posso che essere orgoglioso di tutti, dal primo all’ultimo, ma non è finita qui”, sottolinea il numero uno del club, che punta a rendere leggendaria questa stagione.

Protagonisti Perugino ha creato una macchina perfetta, una corazzata capace di sbaragliare la concorrenza: “L’artefice principale è stato l’allenatore. Piero Basile è entrato in totale sintonia con le mie indicazioni: ho preso un tecnico di Serie A, e lui ha fatto la differenza – sottolinea il massimo dirigente -. Ha motivato il gruppo e coinvolto tutta la rosa da vero condottiero. Il suo rinnovo, infatti, è arrivato prima del raggiungimento dell’obiettivo”. Basile, ma non solo: “Il nostro preparatore atletico, Claudio De Michele, ha avuto un ruolo chiave. Grazie a un attento lavoro, sia alimentare che fisico, in campo corriamo più degli altri”. La freschezza atletica, poi l’infinità qualità dei giocatori: “L’acquisto di Fortino è stato fondamentale. Un leader dentro e fuori: ha fatto la storia di questo sport e continuerà a farla”. Robocop e tanto altro, a partire proprio da Turmena: “Con Luis ho stretto un patto tre anni fa. Volevamo raggiungere la Serie A e ci siamo riusciti, grazie ovviamente ai suoi gol. Sarà uno dei nostri pilastri anche il prossimo anno. Attilio Arillo, dopo una stagione altalenante, è stato una furia: devastante sia fisicamente che mentalmente. Nando, capitano e leader di questo gruppo, ha compiuto lo step definitivo e può guardare al futuro con grandi ambizioni. Il talento straordinario di Hozjan, ma ci tengo a sottolineare una cosa: tutti i giocatori hanno dato il proprio contributo”. Aiutati da una società che non ha mai fatto mancare nulla: “Mio fratello Massimo, Pasquale Scolavino, Lino Somma, Nicola Ferri e Cipriano Illiano rappresentano il cuore e l’anima di questo Napoli. Un grazie anche ad Antonio Sarnelli, al dirigente accompagnatore Enzo Polverino, al fisioterapista Fabio Di Mitri, all’assistente coach Mirko Esposito, al consulente medico Antonio Totaro, ad Alfonso De Nicola, che ha contribuito al recupero di Turmena, al nostro magazziniere Enzo, a Eleonora per la sua creatività e le sue grafiche. Una menzione speciale va a Gaetano Di Domenico e Marcello Serratore per la loro amicizia, a Gianluca Di Vittorio per il suo apporto in termini di esperienza, a Marcelo Magalhaes per i preziosi consigli”.

PianificazioneUn successo di tutti. Un cammino memorabile, riassumibile in tre parole: “Entusiasmante, voluto, pianificato”. Nulla nasce per caso: “Ambivo alla Serie A fin da quando ho dato vita a questo sogno. Tutto parte dalla disciplina, dalla serietà: gestisco questo club come un’azienda”, spiega Perugino, svelando la sua filosofia vincente. “Do tanto, ma sono esigente. Sono sempre ripartito dagli errori, strutturando al meglio la società, passo dopo passo. Ho imparato a conoscere questo mondo con il tempo, ho studiato, ho costruito relazioni e rapporti, facendo parlare sempre il campo. Contano i fatti, conta il lavoro quotidiano e la programmazione negli anni”. Programmare prima per vincere dopo: “Già durante questa stagione, infatti, abbiamo iniziato a pensare al prossimo anno, rinnovando molti accordi. Per fare bene serve continuità”, precisa il presidente, ispirandosi al calcio. “Ragiono da imprenditore: questo non è un hobby”.

Gran finale Si lavora per la Serie A, ma si punta anche a chiudere in bellezza la stagione. Vincere tutte le gare di campionato e alzare la Coppa Italia i due obiettivi: “Non voglio scegliere, io lavoro sempre per il massimo traguardo – conclude Perugino -. Abbiamo la possibilità di chiudere a punteggio pieno e scrivere la storia, ma anche di centrare un fantastico double in Final Eight: non ci poniamo limiti”. Accontentarsi, un termine che questo Napoli proprio non conosce.

In collaborazione con Calcio a 5 Live

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