L’editoriale di Chiariello. E’ qui la festa

Che stagione per Napoli sportiva! Che stagione per la città! Tutta imbandierata d’azzurro, il Tempio di Piazzetta Maradona col murales del D10s visitato da turisti di tutti il mondo (definirli “fedeli” è troppo?), la gioia esposta dappertutto e nel sorriso di tutti.Ma non è solo Napoli Calcio, che abbraccia il terzo scudetto dopo trentatré anni. È basket: la Gevi si salva a Verona e resta in serie A. È rugby: l’Amatori completa una grande rimonta e resta in serie A. È calcio femminile: il Napoli vince a Roma sulla Lazio e si porta al primo posto, pronto a risalire in serie A. Senza dimenticare la salvezza di Scafati nel basket e la promozione del Sorrento Calcio in serie C.E, last but not least, il calcio a 5: il Napoli Futsal, che ha tagliato il traguardo da primo della classe nella regular season, si appresta ad affrontare i playoff con ambizioni dichiarate di scudetto, primo avversario l’insidioso Meta Catania.Immaginate se riesce l’impresa: Napoli diventa incontrastata Capitale del calcio, primo nel calcio ad 11 e primo in quello a 5: che formidabile doppietta sarebbe! Anzi, spariamoci la posa: un double, per fare i fighi all’inglese. Ma qui di aplomb anglosassone non c’è proprio nulla. C’è una città in amore, orgogliosa e fiera della sua diversità, che nessun hater può fermare, perché Napoli è un villaggio globale, planetario, che trova proseliti e simpatizzanti in tutto il mondo, da Sydney a Rio de Janeiro a Buenos Aires. Ed a proposito di argentini, il Cobra Borruto ha messo la firma pure a Torino, come i brasiliani Honorio e Rafinha per un 3-3 che conclude in serie positiva la stagione regolare (peccato la rimonta subita, si vinceva 3-1 sul campo della L84). Risparmiato il viaggio a Robocop Fortino, autore di 8 gol nelle ultime tre partite precedenti, in grande spolvero e pronto per gli spareggi ad escludendum con i siciliani del Meta.Il Generale Cacau, altro brasiliano (il Napoli Futsal è una realtà cosmopolita come il tifo azzurro), è pronto a lanciare le sue truppe all’assalto scudetto, tenendo in gran conto la difesa, trascurata un po’ dal suo predecessore. Perché, come mi ha detto in radio il saggio Fortino (che ha stracciato la carta d’identità ed ha la forza di un ventenne), possiamo pure avere la classe e l’estro dei Salas, Borruto e Fortino, nonché dei Rafinha, Mateus e Mancha, o degli italiani De Luca, Arillo e De Simone, ma non si possono lasciare soli i pur forti Perugino e Honorio a difendere, e bisogna sacrificarsi tutti a protezione dell’ottimo Pietrangelo che sta salendo progressivamente di giri.Se i ragazzi guidati dal DT Cacau sapranno sacrificarsi a difendere la porta, davanti è una sarabanda di fuochi d’artificio: allora sì, ci divertiremo. Perché, chiamatemi insaziabile, bulimico, ingordo e “gordo”, chi se ne frega: volli, fortissimamente volli, manco fossi Alfieri, anche questo scudo a tre colori. Delle vittorie non ci si sazia mai. E se penso a Serafino Perugino ed al figlio Nando, che sono partiti da una squadra di quartiere per arrivare alle vette della Champions passando per il tricolore, mi vengono i brividi: perché le storie belle sono quelle dei visionari.Loro realizzano quello che noi solo immaginiamo. E Serafino è visionario per davvero.

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