L’editoriale di Chiariello. Si torna a fare sul serio

Venerdì sera ho sentito dalla tv lo stadio muto. Il Napoli era stranamente in difficoltà, al cospetto di Sarri. Sentivo solo il botto delle bombe carta dei laziali e i loro fischi. Il famoso dodicesimo uomo del tifo partenopeo assente. Mi sono rattristato. Dopo la sconfitta ero una furia. Ho chiamato gli amici che uscivano dallo stadio. Confermavano la tristezza dell’accaduto: lo stadio aveva assistito passivamente alla sconfitta, senza trascinare gli azzurri. Altro che il Chievo, quando Diawara ribaltò tutto in preda a trance agonistica dovuta ad un tifo infernale e trascinante. Sono sceso in polemica con gli ultras, rei ai miei occhi di scioperare o non entrare (anche se hanno le loro ragioni). Il tifo è tifo, e non c’è ragione al mondo di abbandonare la squadra al suo destino. Io la penso così. Ma si ricomincia: arriva l’Atalanta prima dell’Eintracht e pare che certi divieti di bandiere, tamburi e megafoni sia caduto per sabato. Voglio risentire il Maradona come il mio San Paolo di un tempo, una bolgia. Nella legalità, come raccomanda giustamente il Presidente. Bisogna riprendere la marcia trionfale.Ed il discorso vale per due. Perché venerdì sera, prima dell’Atalanta al Maradona, arriva a Cercola l’Olimpus Roma per lo scontro al vertice ed il Napoli Futsal si prepara a difendere il primo posto in classifica. Il presidente Perugino ha già richiamato a raccolta le truppe cammellate del tifo. Ha scritto col suo piglio positivo: “Prendete le vostre sciarpe e bandiere azzurre e venite a Cercola, facciamo diventare il Palasport una bolgia. Stiamo lottando per qualcosa di grande come il Napoli di Capitan Di Lorenzo. Conquistiamo insieme la vittoria e poi andiamo a sostenere i nostri ragazzi allo stadio. Siamo una maglia ed un popolo”.Come si fa a non condividere? La bolgia del Maradona che sia la bolgia del Palazzetto di Cercola. All’andata si giocò nel Circus on Ice, con cadute e scivolamenti pericolosi per la salute degli atleti, sembrava più Hockey o pattinaggio artistico nel secondo tempo. Fu una partita surreale, che i nostri azzurri persero. Come hanno perso l’ultima prima della sosta nell’inespugnabile palazzetto di Treviso della Came. Ma con onore, senza mollare. A Roma come a Treviso. Ma il Napoli è forte, ed ha fuoriclasse che possono sbloccare la partita da un momento all’altro. Ed un gruppo di italiani forte, a cui Bellarte – coach della Nazionale – potrebbe e dovrebbe dedicare più attenzione. Insomma, una gara spettacolare, che l’Olimpus giocherà per avvicinare gli azzurri in classifica, dopo essere scivolati al quarto posto. Ma Mister Marin è di diverso avviso, e sta preparando meticolosamente la truppa. Di mollare il primo posto non se ne parla proprio. Non so come finirà, ma due successi a Cercola come a Fuorigrotta me li aspetto. Ma soprattutto mi aspetto di rivedere quel bel tifo napoletano che ci ha resi famosi nel mondo, con le nostre canzoni, i nostri cori, la nostra fantasia, la nostra originalità tutta partenopea. Che sia festa dello sport, che sia un colpo d’occhio tutto azzurro, e vinca il migliore: cioè noi.

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