Un Napoli rock, un presidente oltre le Frontiers

Ieri a Palazzo San Giacomo, officiata dall’Assessore allo Sport Emanuela Ferrante, è salpata la nave azzurra del Napoli Futsal (il calcio a 5, per intenderci): destinazione scudetto.
Il club della famiglia Perugino non nasconde le proprie ambizioni. D’altronde, come potrebbe.
La squadra al primo anno di A nella passata stagione è entrata a vele spiegate nella poule scudetto, fermandosi davanti ai pluricampioni d’Italia del Pesaro.
Già forte del nazionale Arillo e di Capitan Fernando Perugino (un esempio di professionalità e abnegazione), del super pivot brasiliano Fortino, gran capocannoniere dell’ultimo campionato, è stata rinforzata con un terzetto di campioni d’Italia quali il napoletano Massimo De Luca, il pluridecorato Honorio e soprattutto del fuoriclasse paraguagio Cholito Salas, il miglior giocatore del campionato che indosserà la mitica dieci. A questi acquisti si sono aggiunti il portiere della nazionale Pietrangelo ed infine – ultima perla – anche il vicecapocannoniere Rafinha, altro fuoriclasse. Insomma, un roster di tutto rispetto che lo scatenato Perugino ha voluto allineare ai nastri di partenza.
Del resto, il nome della società discografica del Patron Serafino, che campeggia come sponsor sulle belle maglie azzurre, è programmatico: Frontiers, frontiere.
E proprio le frontiere, lo spostare l’asticella delle ambizioni sempre più avanti, è il sale della competizione sportiva. La vita di Serafino Perugino ne è ampia testimonianza. Un uomo sognatore, passionale, ambizioso che ha saputo accettare il rischio nella vita per assecondare le sue passioni. Sin da quando, patito per il rock oltre ogni limite, con una moglie (una splendida signora che lo asseconda nelle scelte e lo supporta pienamente) e dei figli piccoli a carico, ebbe il coraggio di lasciare un lavoro sicuro per assecondare la sua passione riuscendo ad entrare in un mondo difficilissimo su scala planetaria come quello della musica rock fino a diventare un discografico di successo mondiale dando la pariglia a case già conosciute tedesche, inglesi ed americane. Ed annovera oggi gruppi come i Toto ed i Journey nella sua etichetta, per dire.
Mi piace poter dire che Serafino Perugino ha assecondato l’Ulisse dantesco che è in lui, e non quello omerico. L’Ulisse omerico era l’eroe dei lai familiari, quello che agognava il ritorno a casa, ad Itaca dalla sua bella moglie Penelope, e per riuscirci dovette affrontare mille peripezie, da donne ammaliatrici, mostri e canti di sirene tentatrici fino ai Proci di casa sua. Ma Serafino non si è accontentato di un lavoro sicuro e della bella famiglia che ha. L’Ulisse dantesco gli piace di più. E’ quell’Ulisse che incita i compagni d’avventura ad andare oltre l’inconoscibile, le colonne d’Ercole: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”. Ecco, Serafino ha sempre spostato la frontiera oltre le colonne d’Ercole.
E quando dieci anni fa ha fondato la squadra di quartiere di calcio a 5 a Fuorigrotta, ha subito messo il piede sull’acceleratore, fino a scalare categorie su categorie ed arrivare ora a lottare per il titolo. Perché Serafino Perugino ha un segreto: non è solo un inguaribile, passionale sognatore. E’ un imprenditore vero, che fa dell’organizzazione nella sua azienda e nel Napoli Futsal il punto di forza.
Andate a Cercola, dove si giocherà venerdì sera la prima partita di campionato contro il Pistoia (mi raccomando, abbonatevi che vi divertirete: costa solo 50€!), a vedere un allenamento. Nulla è lasciato al caso: dal club manager Pietro Foderini, ai tecnici, ai preparatori e magazzinieri, sono presenti più persone di staff che giocatori che curano meticolosamente ogni dettaglio.
Se alla passione si coniuga l’organizzazione nulla è precluso. Peccato che finora le istituzioni sono state sorde a questa magnifica eccellenza partenopea, confinandola a giocare in periferia (ma l’impianto di Cercola è splendido), quando potrebbe essere un fiore all’occhiello della città da porre al centro (Palabarbuto polifunzionale e non solo basket, per essere chiari, come accade in tutte le città d’Europa).
Ma la presenza della ottima Ferrante segna una linea di discontinuità col passato. E forse ieri non è solo salpata la nave scudetto, ma è stata gettata anche la prima pietra della casa del futsal: c’è però da correre. Perché Serafino Perugino non si ferma, e magari c’è da ospitare prossimamente la Championsssssssss…

di Umberto Chiariello

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