Basile: “Contro il Cosenza al ritorno ho capito che avremmo vinto il campionato. In A saremo protagonisti”

Un Napoli semplicemente meraviglioso. Merito di un gruppo eccezionale, ma anche di un condottiero unico, speciale. Piero Basile, infatti, ha saputo plasmare una grande squadra, una corazzata capace di scrivere la storia. A suon di vittorie e record, per un’annata leggendaria.

#Momentichiave – “La sfida casalinga contro il Cosenza mi ha dato la consapevolezza che avremmo sicuramente chiuso al primo posto”, confessa il tecnico pugliese, individuando, così, il momento chiave di una stagione fantastica. “Avevamo appena perso Turmena per infortunio, Fortino non era al meglio, inoltre dovevamo affrontare una formazione in ottima salute. La risposta dei ragazzi, però, è stata straordinaria: prestazione incredibile, partita perfetta. Quel giorno (il 22 gennaio, ndr) ho capito che il campionato sarebbe stato nostro”. A inizio 2021 la ‘certezza’ della promozione, a fine 2020 la sensazione di aver definitivamente imboccato la strada giusta: “Prima di Natale ho visto la squadra che volevo. Le trasferte di Melilli e Cosenza, giocate a distanza di tre giorni (12 e 15 dicembre, ndr) mi hanno mostrato un Napoli capace di dominare il gioco: avevamo acquisito la giusta mentalità e la necessaria sicurezza”, spiega l’allenatore. Il resto è storia.

#Queltime out… – Una stagione stupenda. Condita da soli successi, fatta di sorrisi, colma di soddisfazioni. Con una sola ‘arrabbiatura’: “Nel ritorno col Messina, forse l’unica partita approcciata male, perché i ragazzi, inconsciamente, erano certi di portarla a casa, in un modo o in un altro”. Dopo pochi minuti allora una doverosa strigliata: “Noi stavamo dormendo, mentre loro si erano già resi pericolosi un paio di volte. Allora ho chiesto il time out e ho richiamato tutti. Nel resto della stagione non è mai più servito”. Nonostante un avvio di certo non esaltante, i campani alla fine si imposero 8-1. Giusto per la cronaca.

#Leader – Basile ha saputo trascinare il Napoli con il suo carisma, ma anche con estrema intelligenza. Affidandosi a due leader assoluti: “Fortino e Perugino – rivela -. Il primo ha ‘spremuto’ i compagni, portandoli a dare il massimo; il secondo è sempre stato d’esempio, mostrando una capacità di vivere lo spogliatoio e un’attitudine al lavoro encomiabili – la sottolineatura -. Mi hanno entrambi aiutato molto”. Fortino e Perugino, punti di riferimento per tutti. Caratterialmente e tecnicamente. Dominanti nel corso del campionato, straripanti nella Final Eight di Porto San Giorgio: “Rodolfo, anche per il suo spessore, è stato giustamente premiato come miglior giocatore della manifestazione, ma Nando non è stato da meno. Non ci aspettavamo questa crescita esponenziale: in Coppa Italia ha raggiunto picchi altissimi”.

#Altriprotagonisti – A proposito di picchi, è senza dubbio stata l’annata di Attilio Arillo: “Conoscevo benissimo le potenzialità, volevo solo dimostrasse tutto il suo valore. In questo momento, credo che, dal punto di vista qualitativo, sia il giocatore italiano più forte in circolazione – l’investitura ufficiale -. Non posso parlare di sorpresa, visto che puntavo forte su di lui. Se devo indicare una persona in grado di stupirmi, dico Milucci. Enzo mi ha colpito per la sua onestà e per la sua dedizione: è stato molto importante per noi”.

#Ricordi – Venti vittorie in campionato, tre in Coppa Italia. Emozioni infinite: “A Bernalda il successo più importante. Vuoi perché era la gara che temevo di più, considerando i lucani i nostri maggiori antagonisti per la promozione, vuoi per la settimana particolare, vista l’improvvisa morte di Maradona”. Dal successo più importante a quello più bello. Scontata la scelta, non la motivazione: “Il trionfo con l’Olimpus resta la gioia più grande, ma non tanto per il fatto di aver alzato la coppa.

In collaborazione con Calcio a 5 Live

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