L’editoriale di Chiariello. ‘O core ‘e Napule

Correte tutti a Cercola, non restate fuori, il biglietto ve lo paga Fabio Morra, il telecronista dei telecronisti, è ricco, se lo può permettere, in fin dei conti costa poco, una bella 5.000 euro e passa la paura, vi fa entrare tutti e mille!
Scherzo, ovviamente, ma mi rifaccio alle sue parole dopo il gol del 4-2 del Cholito Salas alla Meta Catania nel ritorno di giovedì sera dei quarti di finale dei play-off scudetto. Non un semplice gol, ma un capolavoro: finta, stop & go, doppia finta, stop & go, e tiro in rete! Si è bevuto tutta la difesa per l’apoteosi che ha chiuso la gara e fa volare la squadra del Patron Perugino in semifinale-scudetto per il secondo anno consecutivo, ma stavolta con ben altre prospettive, non fosse altro perché Salas è dalla parte giusta del cielo, quella azzurra.
Eppure, a sfangarla questa partita complicata – perché il Napoli Futsal è per cuori forti e fa sempre palpitare i suoi tifosi accorsi in massa al palazzetto di Cercola – con il Meta Catania andato ben due volte in vantaggio nel primo tempo, è stato ‘o core ‘e Napoli, che pure zoppo di Attilio Arillo e mancante del napoletano-brasiliano Robocop Fortino, ha trovato in Massimino e Luchino i due grandi protagonisti. Massimo De Luca, l’uomo col cucchiaino nel taschino, ha fatto un gol sopraffino di freddezza assoluta scartando il portiere con un uno-due di rara bellezza, e non sazio, ha dato al Cobra Borruto la possibilità di mordere sul secondo palo con un assist alla Bruno Conti, dove sulla palla c’era scritto “basta spingere” per il 3-2 del vantaggio. E Luca De Simone non è stato da meno, perché il controllo con cui si è smarcato al tiro ed al gol del momentaneo 2-2 mostra una classe pura che gli appartiene, lui che è soprannominato “El Diez”, non so se mi spiego.
Permettetemi di difendere anche la categoria dei portieri, e non è una rivendicazione corporativa: ma un pensiero lo devo a Pietrangelo che nel momento topico della partita sbarra due volte la strada agli avversari chiudendo la saracinesca si sta rivelando una garanzia assoluta ed un investimento ben riuscito, ed un pensiero affettuoso lo devo pure allo sfortunato Ganho che si sta gradualmente riprendendo dopo il brillantissimo inizio di campionato.
Fatti i complimenti ed i ringraziamenti come si fa alle cerimonie – bella la festa di fine gara a cui ormai a Napoli ci stiamo abituando bene – ci accorgiamo però che il difficile viene adesso, e non ci consola di certo il pensiero che di sicuro una campana lotterà per lo scudetto con la vincente tra Olimpus Roma e Pescara. Perché la campana vogliamo essere noi, ma dall’altra parte c’è la Feldi Eboli, cioè quella che ha fatto la Champions e pure bene, e che l’anno scorso ha perso lo scudetto agli ultimi secondi della finalissima contro il formidabile Pesaro pluricampione. E non consola il fatto che la Feldi ha fatto una stagione di alti e bassi e che in questo momento non sembra al top della condizione, mentre il Napoli di Cacau ha cambiato marcia ed è tornata una corazzata travolgente. Partita doppia, speriamo non tripla perché significherebbe andare alla bella (ma con il vantaggio di giocare tra le mura amiche lo spareggio), aperta a tutte le possibilità. Io a Eboli ho amici, ci ho fatto il Classico, ci ho giocato contro (l’Ebolitana al Massaioli), ma ad Eboli ero sempre l’avversario di Battipaglia dove ero andato a vivere da ragazzo perché papà mio insegnava lì.
Ma all’università me ne sono tornato a casa mia, dove sono nato, a Napoli, dove ho rimesso radici.
È destino che mi debba presentare nella mia cara Eboli da avversario, questa volta con il “mio” Napoli Futsal. Ed ancora una volta, devo chiedere ai miei amici ebolitani: scansatevi, passiamo noi, poi ce magnamm’ na pizza: paga chi perde (nun teng un euro, ve tocca pagà…).

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