L’editoriale di Chiariello. Pari che fa legna

Chissà se Robocop Fortino, che è in Italia da vari anni e come “italiano” ha vinto pure un Europeo con la nostra nazionale nel 2014, conosce la famosa canzone di Francesco de Gregori “La leva calcistica della classe ‘68”. Rodolfo è di molto più giovane, anche se è un calcettista diversamente giovane, 39 anni: è della leva dell’83. Ma è probabile che questa famosa canzone la conosca, e non fa niente che non si chiami Nino. Gliela dedichiamo comunque: “Ma Nino non aver paura/di sbagliare un calcio di rigore/non è mica da questi particolari/che si giudica un calciatore/Un calciatore lo vedi dal coraggio/dall’altruismo e dalla fantasia”. Per anni, in gioventù, cantavamo questa canzone a Napoli pensando al compianto Nino Musella, che si chiamava Nino e tirava anche i rigori. Ma a pensarci bene, De Gregori senza saperlo ha dipinto perfettamente Rodolfo Fortino: uno che ha coraggio, altruismo e fantasia ed è un grande bomber, a segno anche a Pescara insieme all’ormai ingordo Attilio Arillo, sempre più capocannoniere.Perché sono partito oggi con la voglia di cantare? Perché a Pescara Fortino si è fatto parare da Mammarella la palla della vittoria sul 2-2 dal dischetto. Ma ci sta. Perché Napoli impatta un risultato sempre rincorso, 2-2 dopo essere andata due volte in svantaggio. E pazienza che non l’ha vinta con il rigore parato. Un pareggio prima o poi doveva arrivare dopo 11 partite con la casella del pari a zero, 10 vittorie ed una sconfitta a Roma, sul campo dell’Olimpus che è attualmente l’unica inseguitrice a 4 punti. Pescara è la terza forza del campionato, in casa è un rullo compressore, averla tenuta a distanza di sicurezza è ottima cosa, aver continuato la striscia positiva dopo le tre vittorie consecutive di Cercola è un ottimo segnale di robustezza e compattezza. Si poteva vincere? Ma si poteva anche perdere. È un pari che va letto in positivo piuttosto che un’occasione mancata. Dietro la classifica si sfalda. Le agguerrite altre campane, con San Giuseppe che risale, sono tutte appaiate al quinto posto, compreso la favorita Eboli che segna stranamente il passo e si fa sorprendere in casa proprio dai vesuviani. Pesaro campione – dopo la bella vittoria in Supercoppa – non vince più, e il Petrarca Padova dimostra che a Napoli non era un fuoco di paglia quando aveva messo alle corde la squadra di Davide Marin: ha vinto e lascia il fondo della classifica.Insomma, quello del Napoli è un pari che fa legna, conserva il vuoto alle spalle, considerando che solo Roma vede la targa del team di Perugino. Ma alla prossima va sul difficile campo del Catania, mentre Napoli attende a Cercola il fanalino di coda Città di Melilli. Non si deve mai sottovalutare niente e nessuno, ma magari posso pensare che la targa i romani la potranno vedere allontanarsi?

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