L’editoriale di Chiariello. Robocop quel sinistro alla “Giggirriva”

Non basta Robocop. No, non è un film di fantascienza di un poliziotto robot immaginario, né tantomeno un’apprezzata serie televisiva. È il soprannome – meritato – di Rodolfo Fortino, il bomber brasiliano naturalizzato italiano del Napoli Futsal, gran bomber già campione d’Europa con la nazionale italiana nel 2014 e l’anno scorso capocannoniere della serie A, quest’anno a segno “solo” 16 volte in 23 giornate. Fra un paio di mesi compirà 40 anni, ma è solo “diversamente” giovane, essendo un atleta maniacale dal fisico perfetto.Nella sfida di vertice con l’Olimpus Roma venerdì sera ci ha emozionato tutti con una tripletta di bellezza incomparabile, tre gol tutti diversi tra loro: un tracciante diagonale di sinistro, alla Giggirriva, come avrebbero detto i pastori sardi; un colpo di testa su lancio perfetto del neo-sposo Pietrangelo, il portiere, ad anticipare il portiere, l’altro, come avrebbe fatto Giggirriva; un sinistro diabolico ad incrociare dopo essersi liberato della marcatura dalla destra, come solo Giggirriva sapeva fare. Insomma, io che sono cresciuto a pane e Riva (e Dino Zoff), ho rivisto l’eroe della mia infanzia a Cercola. E mi sono esaltato. Condito con un morso del Cobra, Borruto, che sembrava aver messo la ciliegina sulla torta, il 4-3 finale. Che finale non è stato, perché Dimas a soli 6 secondi dalla fine ha guastato la festa azzurra. 6 secondi: la spietatezza e la bellezza al tempo stesso di questo sport magnifico, il Futsal (ma chiamatelo CALCIO, seppure a 5) dove nulla è scontato, ed ogni secondo può essere quello buono per un colpo di scena o un ribaltamento della situazione. Peccato, resta l’amaro in bocca di una gara non vinta nonostante sia stata guidata sempre in vantaggio: prima 2-0 nei primi 3 minuti e mezzo nel segno di Robocop, poi 2-1 alla fine del primo tempo. Poi, una volta agguantati sul 2-2 e sul successivamente sul 3-3 la forza di portarsi ancora in vantaggio. Non è bastato: maledetti 6 secondi. Ma bella partita e complimenti ad una tignosissima – e fisica – Olimpus Roma.Ma il Napoli resta sempre capolista, anche se ora deve passare per le forche caudine di una marea di derby tutti lontano da Cercola: venerdì sera ad Avellino, dove gli irpini vogliono la rivincita di Coppa Italia, poi il big match di Eboli con quella che rappresenta la più temibile inseguitrice e contendente per il titolo, e nel tramite al Pala Vesuvio il rischio altissimo di derby perché nella Final Four di Coppa Italia ci sono con il Napoli le corregionali San Giuseppe ed ancora Eboli con unica estranea il Pesaro.Insomma, la testa della classifica e la Coppa passano per la Campania fratricida: parafrasando la canzone “Onda su onda” di Bruno Lauzi, possiamo cantare: “Derby su Derby/il mare mi ha portato qui”. Ma qui dove? Nel naufragio lauziano che però era felice con “donne di sogno, banane, lamponi”, o nel paradiso dei vincenti, là dove “con i piedi a terra e testa alta si guardano le stelle”, come dice Luciano Spalletti

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